HyperAdapt 1.0 è il nome con cui la Nike ha presentato a Londra le scarpe che si auto-allacciano.

Presentate da Tinker Hatfield:
“Questo progetto riguarda la tecnologia e le performance di tutti. Non c’è una personalità specifica dietro, per questo ho preso ispirazione da quel film, presupponendo che in molti l’avessero visto”.

Hatfield fu chiamato a collaborare a “Ritorno al futuro” nel 1987, e fu allora che, dovendo immaginare una calzatura realizzabile da lì a trent’anni, coniò la scarpa che si auto-allaccia, indossata dall’attore Michael J Fox nella celebre scena.

“È sempre divertente lavorare nel mondo dell’intrattenimento, ma è fantasia. Quello è stato un buon esercizio che mi ha spinto a pensare a cosa sarebbe successo da lì a 30 anni, nel 2015. Ne ero molto contento”.

Sono serviti anni di progettazione, partiti dalla componente tecnica della scarpa (motore, luce e un mini computer contenuti nella scocca di plastica, batteria), intorno alla quale poi è stata costruita l’estetica. Infiniti test, molti di più di quelli che normalmente si riservano a un modello: ora è pronto per farci qualsiasi cosa, dice il designer, dal tennis, alla corsa, passando per il baseball.

Chissà quant’è frustrante avere un’idea e dover aspettare che la tecnologia faccia il suo corso. “Sicuramente un po’ di frustrazione c’è, ma il mio lavoro, quello del mio settore, richiede già di per sé del tempo per elaborare delle buone idee”, risponde. “La parte dell’azienda dedicata alla moda deve correre e pensare ogni stagione a quale colore, quale design tirar fuori. Ma quello che faccio io richiede più tempo, anche quello necessario a risolvere problemi e di riuscire a raccontare una storia”.

Il lancio delle HyperAdapt 1.0 — già partito in Nord America, Giappone e Cina nei colori Nero/Bianco-Blue Lagoon e Nero/Bianco- Rosso Lagoon — coinvolge ora anche l’Europa: dal 29 settembre, con un prezzo di partenza, non proprio popolare, di 720 dollari.